Dark Bologna. Impressioni di viaggio.

"Un viaggio a Bologna chiamato Amore..."

Rubando l’ispirazione a Dino Campana posso introdurre questo piccolo viaggio nella città delle Cento Torri. Bologna è nell’immaginario di tutti la città del vivere godereccio e spensierato, immersa nel produttivo nord ma con quell’amabile piglio da città studentesca per eccellenza e quindi crocevia di tutti i possibili dialetti italiani.

Negli ultimi anni, complice anche l’avanzata tellurica del turismo fai da te e dei siti che propongono appartamenti in affitto nel cuore della città, è anche diventata una meta turistica per italiani e stranieri. Non che non lo meritasse, intendiamoci, ma per i bolognesi questa nuova visione di città turistica forse è qualcosa di estraneo e d’ inaspettato.

Anche per me è stato qualcosa di nuovo ritornare in questa città e scoprire che molto di quello che mi circondava iniziava ad essere pensato per il turista e molto meno per lo studente fuorisede. Via delle Pescherie Vecchie come Via Zamboni e Via delle Belle Arti rimangono luoghi di passaggio obbligato per i turisti ma anche per bolognesi e studenti che ormai si fondono in un unico meltin’ pot culturale che non conosce interruzione di sorta ma che sta rendendo Bologna più omologata al turismo globalizzato. Musicisti di strada, con un piglio jazz ci accompagnano alla scoperta della misteriosa San Petronio. Dico misteriosa non a caso, perchè la visitiamo in tardo pomeriggio e scopro con stupore che la Chiesa ha un’illuminazione interna minima quindi è possibile godere pienamente solo della parte antistante delle navate e delle cappelle. In fondo le vetrate filtrano una debole luce che ci riporta in una atmofera medievale che è la cifra stilistica di questa città.

Chiesa di Santa Maria della Vita

Altra storia per Santa Maria della Vita, un gioiello nel cuore del centro che di bella luce come vedete dalla foto che ho scattato in alto ne ha da vendere. Il tipo di chiese che preferisco sono proprio quelle che trovano un perfetto connubio tra luce naturale e sapienza architettonica nell’uso dei materiali e questo angolo mi è piaciuto proprio per questo.

La pietra rossa è ovunque e ti riempie lo sguardo. Ti rassicura e ti protegge. Passando per la piazza ammiriamo la Statua del Nettuno che staglia il suo tridente verso una piazza dove ti si apre l’ingresso ai vicoli della città. Mangiare qui direi che proprio non è un problema, anzi sembra una ossessione. Ovunque ci sono locali e localini, tipici e non, dove poter fare della sacra convivialità intorno ad un calice di Lambrusco e una tagliatella al ragù.

Si può assistere ad un omaggio continuo a Lucio Dalla che è uno dei nuovi simboli contemporanei di questa città e questo perché, non solo le strade lo celebrano, ma anche alcune attività del centro espongono orgogliosamente manifesti della passata presenza del cantautore.

Nei nostri giorni di permanenza abbiamo visitato una mostra interessante su Utagawa Hiroshige al Museo archeologico della città (terminata il 3 Marzo). Una lunghissima esposizione di opere che sono state davvero una sorpresa di candore e chiarezza artistica in un contesto, quello cittadino così differente per definizione e forse proprio per questo così perfettamente bilanciato. Ho adorato questo artista e la sua capacità di ispirarmi soprattutto nell’accostamento dei colori e alle simbologie. Se ne esce sicuramente un po’ stanchi ma fortemente rinvigoriti nell’anima.

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